L’asparago è, per tradizione, il più pregiato ortaggio primaverile tra le tante produzioni della provincia di Verona. Per far conoscere le sue qualità, nel periodo di maggio ad Angiari lo si festeggia proprio per decantare questo ortaggio prelibatissimo le cui tradizioni gastronomiche hanno radici molto antiche. Con molta probabilità è originario della Mesopotamia e da quei terreni sabbiosi, a poca distanza dei grandi fiumi Tigri ed Eufrate, si è pian piano diffuso in tutto il mondo. Il suo utilizzo ci è noto grazie a Teofrasto che già trecento anni prima della nascita di Cristo, ne decantava le proprietà. In provincia di Verona di asparago si parla in periodi a noi più recenti ma, già nel 1955, la provincia di Verona è riconosciuta leader nella sua produzione con particolare riferimento agli asparagi di Arcole, Mambrotta, Angiari e Rivoli.
La pianta è composta da una parte aerea, con foglioline leggere e una parte sotterranea formata dai germogli o turioni, che spuntano alla base dei rizomi legnosi, chiamati zampe. La coltivazione di questo ortaggio non è delle più semplici ed è un’arte che richiede tempo, pazienza e un terreno con caratteristiche ben precise: il terreno deve infatti essere aperto, ma riparato dal vento, eventualmente mescolato con sabbia o torba.
Di questo ortaggio parla anche il prefetto Sormani Moretti il quale, tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, lo descrive con puntualità e perizia di elementi, tanto da identificarne le zone di produzione. Tra di esse Angiari, a ridosso del fiume Adige dove le condizioni climatiche e del terreno hanno favorito la sua coltivazione e la sua commercializzazione. Per difendere e tutelare la produzione di asparagi, è nato un Consorzio presente sul territorio veronese chiamato “Consorzio per la valorizzazione dell’asparago di Verona” il quale, oltre a difendere la qualità dell’ortaggio, ha pure dato vita ad un itinerario enogastronomico in grado di soddisfare anche i palati più esigenti.