Le prime notizie dell’utilizzo della polenta, come alimento, risalgono alla metà del 1500. Coltivazioni intensive vennero introdotte nella zona di Villa d’ Adige, ai confini con la pianura veronese, inoltre, il Messedaglia scriveva che a Minerbe nel 1611 compare la prima “panara” (caratteristico contenitore rotondo di legno dove viene rovesciata la polenta per essere raffreddata ed affettata). Perciò non può mancare nella gastronomia locale la polenta che immancabilmente accompagna i secondi, i piatti in umido e gli arrosti. La si prepara con farina gialla di mais a grana grossa ottenendo un impasto sodo, con la farina bianca a grana fine si ottiene un impasto granuloso e morbido. Il recipiente più adatto per cuocere questo prodotto è il paiolo di rame non stagnato perché mantiene il calore costante. La polenta a scarso valore nutrizionale; contiene proteine, carboidrati, sali minerali e, quantunque ricca di fibra, rimane assai povera di vitamine. Si serve calda nella panara con pietanze ricche di sugo, oppure arrostita con grigliate di carne, pesce in umido, uova e formaggi cremosi. Prelibatezze culinarie sono diventate: la polenta infasolà, cioè cotta con i fagioli, la polenta con il riso, la polenta con il latte e la polenta con il soffritto.