Caratterizzato dal colore giallo oro e da una lievitazione di genere che lo rende unico, pare venisse consumato dalla popolazione locale già prima dell’800 anche se è negli anni ’50 che parte quel tipo di produzione industriale con caratteristiche artigianali che lo ha reso famoso. Della sua storia non si hanno certezze ma potrebbe discendere dall’antico “Nadalin”; c’è chi poi sostiene che il Pandoro fosse già presente nel ‘500 e che allora venisse chiamato “Pan de Oro” e chi invece pensa che sia il successore del “Pan di Vienna”. Indipendentemente dalla sua origine, è importante sapere che, durante la lavorazione del Pandoro, grande attenzione e cura riveste la lievitazione che segue un processo completamente naturale impiegando la cosiddetta “madre”, ovvero un nucleo di pasta fermentata, a cui vengono aggiunti in sequenza acqua e farina. Per preparare questo dolce dal sapore inconfondibile vengono utilizzati uova, farina, burro, zucchero, panna, lievito di birra, scorza di limone e vanillina.