Parrocchiale di San Biagio
Casaleone come molti altri paesi del territorio, nel 1800 fu coinvolto in un fenomeno legato ad un ingente aumento del numero degli abitanti che dalle valli si traferirono verso i centri abitati. Questo costrinse ad una serie di lavori di potenziamento del potere urbanistico dei vari centri, che videro coinvolte anche le chiese ampliate, ristrutturate, allargate. A Casaleone venne mantenuto l’innesto della nuova parrocchiale con quella precedente che oggi sembra essere un oratorio collegato alla parrocchiale, ma molto più vecchio poiché la sua costruzione risale alla fine del Seicento, mentre alla nuova chiesa parrocchiale venne eretta nella seconda metà del 1800.
Le traversie che contraddistinsero i lavori furono comunque molteplici. Infatti sono ben tre i progettisti del nuovo luogo di culto i cui nomi sono: Bartolomeo Giuliari, Francesco Ronzani e l’abate Angelo Gottardi. Il vecchio edificio era ed è ancora oggi caratterizzato da una facciata tardo barocca con quatto paraste ioniche grazie alle quali prende slancio ed armonia la facciata. Bello il capitello posto sopra il portale d’ingresso ed eleganti gli acroteri che contornano il timpano.
I lavori di costruzione del nuovo luogo di culto vennero affidati all’abate Gottardi. La data della posa della prima pietra è fissata nel 1879 ed il nuovo luogo di culto fu eretto proprio a fianco della vecchia chiesa con la facciata che guarda a Sud e con un ampio sagrato antistante, spazio questo che in passato mancava. Bella e maestosa si presenta la facciata caratterizzata da un grande rosone e da un gioco di archetti pensili occultati o luminosi con vetrate che danno luce all’interno. Alto e spazioso è l’interno caratterizzato da una grande navata che attraverso un sapiente gioco di distribuzione dei volumi acquista armoniosità dettata da campate con volte a crociera e volte a botte e da sei altari laterali. Rispetto ad altre realtà locali, i lavori di edificazione si conclusero in un arco di tempo abbastanza limitato, circa una decina d’anni, e questo permise di limitare al massimo i disagi ai parroci e ai parrocchiani.
La parrocchiale oggi al suo interno custodisce sei altari; uno è dedicato a San Giuseppe, un altro alla Crocefissione, e acquistato a Verona alla fine del 1800, quello dedicato a San Biagio, molto caro ai Casaleonesi perché acquistato nel lontano 1676 dalla comunità, poi c’è quello dedicato a Sant’Antonio da Padova e a Santa Teresa. Comunque, quello che risulta di maggior pregio e interesse artistico è quello del Rosario, presente nella vecchia parrocchiale già alla fine del 1600, che vede al centro una statua raffigurante la Madonna con il Bambino attorniata da una pala seicentesca dove sono dipinti i 15 Misteri del Rosario contornati da intagli dorati.
Vale la pena ricordare le stazioni della Via Crucis realizzate da Agostino Ugolini agli inizi del 1800, mentre non si possono non notare le due grandi statue poste ai lati dell’altar maggiore, quella raffigurante di san Pietro e quella raffigurante san Paolo che sostituirono le statue raffiguranti una Maria e l’altra san Giuseppe spostate negli altari laterali.
La chiesa di San Giacomo a Sustinenza
Fu costruita atre navate nel 1946 sulle macerie della precedente distrutta da un bombardamento qualche anno prima. Della vecchia chiesa, povera di arredi liturgici e bisognosa di frequenti riparazioni, è rimasto il campanile. All’interno l’adorna una splendida tela di Domenico Brusasorzi.
La pala di Sustinenza
Nella chiesa di Sustinenza degna di essere ricordata è una preziosa pala oggi sistemata su di una parete della parrocchiale ma un tempo posta su di un altare dei Santi, dal titolo “Madonna e i santi Biagio, Giacomo, Francesco di Paola, Giovanni Evangelista, Antonio da Padova e Francesco d’Assisi”. In origine attribuita a Sante Creara o a Domenico Brusasorzi, oggi è più correttamente ricondotta a Felice Brusasorzi e di sicuro dipinta dopo il 1594.
La tela raffigura la Madonna con il braccio il Bambino mentre dall’alto, sollevata da nubi e da una schiera di angeli, sovrasta i santi tutti riconoscibili dai propri particolari segni a cui sono legati nella specifica iconografia e che in parte partecipano alla visione della madre di Gesù, ed in parte coinvolgono il fedele.
La chiesa dove il quadro si trova ha origini molto antiche. Intitolata a San Giacomo, la sua dislocazione è nella frazione di Sustinenza ed ebbe un’obbligata quanto meno dovuta nuova ridestinazione a causa del secondo conflitto mondiale. Infatti durante la guerra, il luogo di culto venne distrutto e, nel 1947, fu dato l’incarico all’architetto Giovanni Fregno, autore fra l’altro del nuovo santuario di Porto di Legnago, di provvedere all’erezione della nuova parrocchiale. Tra le opere salvate e ricollocate nella parrocchiale, troviamo questa tela attribuita a Felice Brusasorzi.
CASALEONE, UNA TERRA RICCA DI ORATORI
Una delle caratteristiche del nostro territorio è la presenza di un numero considerevole di operatori privati o dipendenti dalla parrocchiale dove poter celebrare messa. Di solito questi luoghi hanno dimensioni modeste e al loro interno non si tiene permanentemente il Santissimo sacramento perché vi si ufficia in alcuni momenti dell’anno. Nel 1700 gli oratori erano tipici di un parte delle ville venete e le funzioni religiose venivano svolte al loro interno. Il luogo era contraddistinto da un’aula unica con un altare e un tabernacolo spesso di pregio sopra il quale si trovava una pala dipinta da artisti famosi; vi erano anche una sacrestia con fonte battesimale, il lavamani e un angolo riservato alle confessioni. Verso la fine del 1600 venne aggiunto anche uno spazio privato dedicato alla famiglia proprietaria per l’ascolto della messa e delle funzioni in un luogo distaccati dal resto dei fedeli.
Il territorio comunale di Casaleone è particolarmente ricco non solo di oratori pubblici, ma di edifici religiosi di tale tipo di grande interesse storico e artistico alcuni dei quali sono senza dubbio da ricordare. Ad esempio l’oratorio della Borghesana, nell’omonima contrada ed intitolato alla Madonna della Salute, era già presente agli inizi del 1600 ed era dotato di un dipinto di grande valore, una Madonna con il Bambino e Santi del Liberale, un grande artista, pittore e miniatore nato a Verona (1445-1526).
Un altro interessante luogo di culto è l’oratorio Serego a Sustinenza intitolato all’Immacolata Concezione ma comunemente conosciuto e detto “della Madonnina”. Si trova a Sustinenza, in Località Le Corti e venne eretto dopo la peste del 1630 nei pressi della dimora della Famiglia Serego Alighieri. Al suo interno conservava un’immagine di Maria dipinta sopra un capitello. L’immagine era ritenuta miracolosa ed attorno ad essa venne costruito un altare ligneo che poi fu sostituito con un altro in marmo. L’edificio in muratura era piccolo e a navata unica e la sua posizione, poco lontano dal palazzo Serego, vide nel corso dei secoli la scomparsa della nobile dimora alla cui distruzione resistette solo la piccola chiesa. Lungo il corso principale di Casaleone invece, si trova l’oratorio di Sant’ Antonio da Padova. Fu eretto nel 1663 e faceva parte della Corte “Ca Bianca”, un imponente fabbricato di proprietà dei nobili Sanguinetti, documentato per la prima volta in un disegno datato 15 marzo 1571. La proprietà iniziale dei nobili Sanguinetti passò agli Albertini nel ‘700 ed ai Bertoli nel secolo successivo. In quest’arco di tempo Sant’Antonio venne sottoposto a vari restauri, ultimo dei quali nel 1883 ma, nonostante i vari interventi, la messa fu sempre celebrata, dalla metà del 1600 fino a poche decine d’anni or sono. All’interno è conservata, in una nicchia, la statua di Sant’Antonio da Padova mentre l’altare è in marmo e, sopra di esso, è visibile una pala raffigurante la Madonna seduta su di una nuvola con Gesù tra le braccia; in basso Sant’Antonio bacia i piedi del bambinello.
Un altro importante luogo di culto minore è ubicato in contrada di Castellazzo dove è possibile ammirare l’oratorio di San Francesco di Paola fatto costruire dalla famiglia Canossa verso la metà del 1700. Anche in questo caso l’eccessiva distanza dell’estesa proprietà dalla chiesa parrocchiale di Sustitnenza, vide i nobili Canossa “obbligati” a far edificare un oratorio per i propri lavorenti andando loro incontro soprattutto nel mesi invernali quando le strade strette ed impraticabili, non permettevano loro di recarsi nella parrocchiale per assistere alle cerimonie religiose. Con il trascorrere degli anni l’edificio venne trasformato in abitazione privata e dal luogo di culto divenne semplice dimora pur mantenendo in parte le caratteristiche originarie. Un altro interessante oratorio è quello della proprietà rurale Ravagnana. Qui, dopo la situazione di estremo degrado in cui versava la vecchia chiesa dedicata a San Marino, venne eretto un oratorio che la sostituisse, anch’esso dedicato al santo e che fungeva da centro religioso per le tante case rurali sparse in quel territorio. Era dotato di un altare in marmo ed aveva l’immagine del santo a cui era intitolato ma la sua vita durò meno di 200 anni; infatti fu abbattuto nel 1877 senza essere sostituito.