Le acque, tanto quelle piovane che cadono sui versanti o in alta pianura, quanto quelle dei corsi d’acqua che penetrano nel terreno permeabile, raggiunti gli strati impermeabili del sottosuolo vi scorrono sopra, orizzontalmente, per riaffiorare proprio dove questi ultimi non sono più coperti dal materiale grossolano. Di qui il toponimo di risorgive (o fontanili).
L’affioramento delle polle d’acqua in un terreno arido ha suscitato l’ovvio interesse delle popolazioni nomadi, che in questi punti potevano trovare l’acqua necessaria per la sopravvivenza propria e delle greggi. Per questa ragione le risorgive sono state particolarmente importanti anche nel processo di popolamento dell’alta pianura, perché hanno consentito l’insediamento stabile in un’area difficile per la mancanza di corsi d’acqua superficiali: i primi nuclei abitati si sono sempre localizzati in prossimità di una risorgiva. Sparsi sul territorio, in alcuni casi sono rimasti tali (le corti); in altri grazie alla viabilità sono diventati il nucleo di centri abitati (come Buttapietra), più o meno importanti in ragione della quantità d’acqua disponibile. I fontanili hanno altresì caratteristiche del tutto uniche, quali la limpidezza e la temperatura. Filtrate dagli strati ghiaiosi e sabbiosi del sottosuolo, le acque hanno mantenuto un elevato grado di purezza, che per lungo tempo (cioè fino a quando l’agricoltura specializzata non ha iniziato ad utilizzare fertilizzanti, pesticidi e anticrittogamici nelle colture specializzate), ha significato potabilità e uso domestico, nonché possibilità di impiego in attività protoindustriali. In molti casi l’acqua limpida di risorgiva è stata, infatti, utilizzata nella molitura e nella follatura dei panni, prima, e nei cotonifici poi.
Altra caratteristica dei corsi d’acqua di risorgiva è quella di avere una portata praticamente costante durante tutto l’anno. Un fatto, questo, che ha consentito di collocare lungo i corsi d’acqua tutta una serie di mulini e pile da riso, che potevano fruire così della forza motrice necessaria per far funzionare le ruote idrauliche senza inconvenienti e in prossimità della materia prima, nonché di arricchire i nobili che potevano permettersi la loro costruzione e la relativa concessione d’uso delle acque.
Sgorgando dal sottosuolo, le acque di risorgiva hanno una temperatura pressoché costante, sia in estate che in inverno (si va dagli 11 – 12° di massima ai 6 – 8° di minima). La ridotta escursione termica, ma soprattutto, la relativamente elevata temperatura invernale, favorisce il ciclo vegetativo delle piante, che anticipano i tempi della crescita normale. L’uomo ha saputo cogliere queste particolarità, e le ha sfruttate fin dai secoli passati per coltivare foraggere e cereali di pregio quali il riso; proprio per poter disporre di queste colture ha scavato il terreno per captare ulteriori vene d’acqua sotterranee. Il tal modo la testata della risorgiva è progressivamente arretrata, venendo ad ubicarsi all’interno dell’alta pianura e, spesso, ad alcuni metri sotto il livello di campagna. In questo caso per evitare il franamento del materiale incoerente sovrastante si è realizzata una palificazione di sostegno, che ha conferito (e mantenuto) alla polla la forma ampia e tondeggiante.
In tempi recenti questa caratteristica termica delle acque di risorgiva è stata applicata alle coltivazioni in serra (in particolare per la fragolicoltura, il florovivaismo e le primizie orticole), poiché l’irrigazione che utilizza l’acqua di risorgiva, e non quella proveniente dai canali dei consorzi, si evita lo shock termico delle piante e si può anticipare la produzione.
Le risorgive sono state a lungo un elemento importante anche per l’acquacoltura. L’allevamento del pesce nei corsi d’acqua di risorgiva, ma anche in pozze alimentate da derivazioni (le peschiere), consentiva ai nobili (ma anche alla gente comune) di disporre di proteine fresche in epoche storiche nelle quali la conservazione del cibo era assai difficile o costosa, dovendo ricorrere al sale o alle spezie.
Le risorgive sono state per diverso tempo anche un luogo amato dai ragazzi, che le hanno utilizzate come area di gioco e di avventura, quando mancava la televisione o il danaro per acquistare i videogiochi, e il divertimento nasceva dalle cose e dagli ambienti della vita quotidiana.
Preziose risorse ambientali, anche come peculiari aree di interesse botanico e faunistico, le risorgive oggi versano spesso in stato di abbandono. Perso l’interesse potabile, non ricevono più l’attenta manutenzione del passato: soggette al franamento delle rive, sono talora utilizzate anche come discarica abusiva.