Quando mi è stato chiesto di scrivere alcune note sulla mia esperienza trascorsa nel grande, variegato e per certi versi inimitabile mondo delle Pro Loco, ho pensato subito come fosse per me importante cercare di trasmettere e condividere fatti e momenti di vita, obiettivi raggiunti o meno e perché no sogni ed idee; tracciare insomma un percorso di un entusiasmante cammino di una parte della propria vita, dove ho dato molto ma ho indubbiamente ricevuto ancora di più. Il mio essere Pro Loco parte proprio dalle migliaia di altre storie di uomini e donne accomunati da una sorta di linea-guida e di forza motivazionale straordinaria dove ti senti bene quando ti metti a disposizione di un qualcosa. Ecco proprio quel qualcosa è un motore invisibile ma indubbiamente formidabile che ti fa stare in una piazza al freddo o al caldo, in mezzo ad una festa per offrire le tipicità del tuo paese, o che rende prezioso il proprio operato di volontario nelle mille e mille occasioni ed eventi di tradizioni e di peculiarità, anche secolari, distribuite per tutta Italia. Le stesse che, altrimenti, correrebbero il rischio di essere spazzate via o ridimensionate in nome di una globalizzazione che tanto ci ha consentito e ci permette di progredire quanto, aimè, tende sempre più ad uniformare e limitare le nostre stupende diversità. La mia storia di Pro Loco, parte prima come Presidente di quella del mio paese, Isola della Scala, dal 1986 al 1992. Dal 1993 al 1995 ho proseguito come Presidente del Consorzio Pro Loco del Basso Veronese, poi come Presidente provinciale delle Pro Loco veronesi sino al 2001 quando ho passato il testimone ad una ragazza poco più che ventenne, Lucia Baltieri, divenuta allora la più giovane Presidente provinciale d’Italia. Ma il cammino non si è fermato, anzi è andato avanti anche in ambito nazionale dell’Unpli per ben otto anni trascorsi, prima nel Consiglio e quindi nella Giunta nazionale di questo organismo con quasi 6.000 Pro Loco sparse in tutto il territorio nazionale con 600.000 soci.
Grande occasione vissuta appieno in un contesto di volontariato molto particolare, caratterizzato da umanità, disponibilità, e unicità . Qui la memoria, fra le tante persone conosciute ed apprezzate in tutta Italia, non può che correre ad una figura che ha rappresentato, per quasi cinquant’anni, l’essenza stessa delle Pro Loco: l’avvocato Michele Benettazzo. Molto si è scritto, detto e celebrato di lui. Voglio solo ricordare che è stato un vero e proprio timoniere ed un uomo di grande riferimento ed indubbie capacità che ha lasciato a me e sicuramente a molti altri un segno indelebile e tanti insegnamenti di cui ho fatto e faccio tesoro tutt’ora. Nella mia esperienza all’interno del Consorzio, tante sono state le cose fatte, soprattutto assieme a molte persone che hanno a vario titolo dato valore e utilità al mio cercare di dare il meglio nei propri diversi mandati e ruoli ricoperti. Come non ricordare l’Elzeviro d’oro, la manifestazione nata per premiare chi scriveva articoli sui nostri sodalizi e ne promuoveva le loro attività, organizzata dal Consorzio del Basso Veronese e portata avanti per alcuni anni anche dal mio successore ed amico Maurizio Favazza, coordinata da un altro amico, il giornalista Francesco Occhi. Oppure l’organizzazione annuale di bellissime e molto partecipate gite nei territori ricchi di storia, cultura e tradizioni. Le stesse che sono poi proseguite negli anni e sono tuttora realizzate. E’ importante citare coloro che le hanno fatte nascere e cioè, fra i fondatori del Consorzio stesso, in primis il mio predecessore, il presidente maestro Franco Castellani nonché l’indimenticato segretario Alfio Canova. Intendo poi ricordare la partita fra Pro Loco e Amministratori locali, perché voglio parlare di un altro grande amico, purtroppo prematuramente scomparso, che ho avuto la fortuna ed il privilegio di conoscere sin dalle mie iniziali attività nelle Pro Loco: Roberto Carrà, il quale è stato fra l’altro anche Vice Presidente nel corso del mio incarico provinciale. Lo porto sempre nel cuore come esempio di uomo che sapeva ascoltare e, grazie alla sua grande personalità e lungimiranza, era sempre in grado di appianare difficoltà ed unire gli sforzi infondendo positività e vigore nel creare sempre nuovi progetti. Cito volentieri anche un’altra persona e me cara, grande ed apprezzato maestro fabbro e co-fondatore del Consorzio: Eugenio Tavella che ha fra l’altro contribuito a creare una parte del manufatto del Trofeo intitolato appunto a “Roberto Carrà e Loris Doriano Romano”. Lo stesso giusto riconoscimento e premio che di anno in anno la squadra vincitrice dell’incontro si passa sino alla volta successiva. Molto ci sarebbe da dire ma credo appropriato concludere con una frase del Mahatma Gandhi che ha detto: “la felicità non viene dal possedere un gran numero di cose, ma deriva dall’orgoglio del lavoro che si fa”. Ed il lavoro di Pro Loco finché è libero, disinteressato e volontario dà grande orgoglio e soddisfazioni. Sempre. Credo che non occorra aggiungere altro. Paolo Piccinato.