Le pievi costituirono, in origine, le prime chiese cristiane di un territorio. Ad ogni pieve corrispondeva un borgo e da essa dipendevano varie chiese dei paesi vicini, dette sussidiarie. Probabilmente all’inizio la pieve utilizzò edifici provvisori, poi occupò ed adattò templi pagani. Il sacerdote pievano celebrava i riti religiosi, organizzava il territorio e la diffusione della fede tra la gente. Quando il Cristianesimo andò sempre più diffondendosi (secolo V e VI), la pieve risultò insufficiente e furono allora erette nuove chiese subalterne, dette cappelle o tituli, sia nel borgo della stessa (Cappelle Vicarie, Suffraganee), in modo da venire incontro ai disagi dei fedeli. I sacerdoti di queste nuove chiese avevano soltanto la cura delle anime e celebravano a nome del pievano presso cui risiedevano. Col tempo essi formarono una Congregazione o Capitolo (chiese Collegiate), presieduta dal pievano.
Anche le chiese dipendenti eressero altre cappelle a loro volta subalterne, le quali si trasformarono poi nelle attuali parrocchie o scomparvero dal tutto. Buona parte di esse, quindi, sorse su preesistenti edifici di culto pagano e furono, in breve, luogo di aggregazione sociale e civile oltre che religioso. La pieve è chiesa con cura d’anime che si sostiene da sola, ha il cimitero, amministra i sacramenti e, fino al XIII secolo era l’unica che poteva somministrare il battesimo.
Pervenuteci in buono stato di conservazione, le pievi mantengono, nella maggior parte dei casi, le caratteristiche originarie in stile romanico e racchiudono al loro interno opere d’arte scultoree e pittoriche (affreschi).