Tra le tante storie che un tempo si raccontavano nei filò vi è quella di un folletto che assumeva nomi diversi a seconda dei luoghi dove la favola veniva raccontata, dal folletto della campagna, al folletto dei boschi, dal folletto burlone al folletto Piripicchio. La storia narrava che un tempo nei boschi succedevano fatti strani e terribili.
Allo scoccare della mezzanotte, piccoli folletti abitatori dei boschi uscivano allo scoperto ed iniziavano a ballare, a danzare e cantare allegramente, causando un baccano tremendo e facendosi a vicenda mille scherzetti ma divertendosi da matti. Conoscevano canti e danze bellissime mentre in un’altra parte dei bosco, buia e tenebrosa, in mezzo alle paludi nelle zone di pianura o in una caverna se la fiaba era raccontata in collina o in montagna, streghe, maghi e stregoni mescolavano e rimescolavano in un pentolone ali di pipistrello, occhi di salamandra, code di rospo, denti di coccodrillo e veleno di vipera. Mentre il pentolone bolliva i malvagi danzavano un ballo sgangherato tra urla, sberleffi e sghignazzi. Di tanto in tanto, a turno rimescolavano quella brodaglia. Viveva in uno dei tanti paesi posti ai margini del grande bosco e in una casa isolata lontana delle altre costruite attorno alla chiesa, un vecchio brutto, avido e taccagno che, a causa della sua proverbiale avarizia, non aiutava nessuno ma era solito contare e ricontare i suoi averi che, oltre a monete d’oro, consisteva in un anello con un grosso diamante, dotato di magici poteri. Infatti chi lo possedeva poteva diventare molto ricco, e ridurre in suo potere tutti coloro che incontrava.
Il vecchio taccagno però non conosceva i poteri dell’anello e mentre lui, convinto che nessuno vedesse lontano com’era dalle altre case mentre ammirava il proprio anello, passò vicino alla sua casa il capo dei maghi e delle streghe in viaggio verso il nascondiglio segreto dove doveva recarsi per fare banchetto con i suoi “colleghi”.
Il capo dei maghi e delle streghe però conosceva il potere dell’anello e, dopo aver visto la scena, arrivato nel nascondiglio organizzò con i suoi complici il furto convinto che con quell’anello sarebbe diventato potentissimo. Non sapevano però che attorno al nascondiglio vigilavano sui rami degli alberi gli allegri folletti che li spiavano pronti ad intervenire. Nei gruppo dei malvagi c’era anche la strega più brutta e terribile che fosse mai esistita e fu lei a proporre il paino migliore ai maghi e alle streghe. Si rese invisibile e rubò l’anello al vecchio taccagno.
Ma i folletti tra cui Piripicchio, vi soffiarono sopra per far fallire la magia dell’incantesimo. Così una sera, mentre due giovani fidanzati stavano tornando a casa, fermatisi un attimo a riposare, videro una vecchina dall’aspetto molto gentile farci loro incontro che mostrò alla giovane un anello meraviglioso. “Ti piace, lo vuoi?” Le disse e la ragazza fece cenno di sì. “In cambio mi darai i tuoi magnifici capelli biondi!!” “Mai” gridò la giovane” e si nascose dietro il fidanzato. “E tu, bel giovane, mi regaleresti i tuoi begli occhi color del cielo?” “Mai” rispose lui”. Allora la vecchia arrabbiatissima, riprese le sue vere sembianze di strega e puntò l’anello magico contro i due giovani trasformandoli in due alberi. Poi si allontanò sghignazzando. Ma proprio in quell’istante, apparvero i folletti che danzarono e cantarono attorno Ai due alberi, due bei salici, facendo volare nell’aria una polvere magica che liberò i due giovani dal terribile incantesimo. Riprese le loro reali sembianze, i due ragazzi si avviarono verso casa mentre i maghi e le streghe arrabbiati, pur avendo con sé l’anello, avevano capito che ogni volta che avesse tentato qualche malvagità, i folletti avrebbero annullato ogni suo potere.