Una delle leggende più suggestive e poetiche del castello di Bevilacqua è legata all’ultima discendente di questa importante famiglia che, dalla prima metà del 1300 e fino alla fine del 1800, fu proprietaria dell’unico maniero della provincia di Verona non eretto direttamente dalla famiglia dei Della Scala. Ed è proprio legata all’amore che Felicità ebbe nei confronti del castello questa leggenda che dura nei secoli e che ad essa gli attuali proprietari della dimora-fortezza hanno riservato un posto di rilievo facendo realizzare anche un artistico piatto intitolato proprio “la carrozza d’oro”.
Felicita ed il marito Giuseppe La Masa, un valoroso generale protagonista della spedizione dei Mille accanto a Giuseppe Garibaldi, non ebbero certo simpatie per la presenza austriaca anzi, nel 1848 il castello venne messo a disposizione dei patrioti proprio per contrastare lo strapotere degli austriaci. Per questo motivo il maniero fu assediato e saccheggiato e dopo la prima fase della guerra d’Indipendenza, molti furono i danni che esso dovette subire: un incendio, saccheggi, il mancato reddito, tasse e prestito forzoso imposto dall’Austria. La famiglia Bevilacqua si trovava in ristrettezza economica e fu Felicita che si dovette sobbarcare la pesante situazione. Per pagare i grossi debiti chiese numerosi prestiti nei quali si trovò sempre più invischiata. Inoltre gli antichi parenti che avevano la villa di fronte al castello, rivendicavano parte del patrimonio. I lavori sia per ristrutturare il castello ma anche per dare un aspetto elegante e sontuoso a questa dimora con le torri merlate e con tanti altri elementi architettonici interni, portarono Felicita prima a cedere molti dei suoi possedimenti terrieri e poi ad indebitarsi sempre più pesantemente. Ricorse anche al Prestito Nazionale garantito dallo Stato che però non copriva tutti i debiti e quindi chiese prestiti ai privati. Questi, alla scadenza dei termini pattuiti, nel timore di non riuscire a recuperare le somme prestate fecero porre sotto sequestro il castello e i suoi poderi circostanti che furono messi all’asta nel 1884.
Ed è proprio legata a questa vicenda che nacque la famosa leggenda della “Carrozza d’Oro”. Infatti pochi credettero al dissesto economico di una famiglia tanto ricca che poteva ancora vantare beni ed immobili sia a Verona che a Venezia. Così la voce di popolo divenne leggenda e questa vuole che la contessa, prima di morire, abbia seppellito una carrozza piena d’oro assieme a buona parte dei propri gioielli, sotto le mura del castello. Una vera e propria fortuna conservata tra le segrete, i cunicoli ed i sotterranei del maniero che potrebbe trasformare drasticamente la vita di ciascuno di noi e molto veritiera per chi conosceva bene la famiglia Bevilacqua e che l’ultima discendente di questo nobile casato volle nascondere. E’ comunque un segreto che la contessa ha portato con sé nella tomba e che gli attuali proprietari, nonostante i tanti lavori di restauro fatti, non sono riusciti ancora oggi a svelare. A conclusione della storia Felicita, dopo aver visto mettere all’asta il suo castello, riuscì a riscattarlo con intorno il parco, luogo ai cui erano legati ricordi e affetti. La contessa Bevilacqua morì a Venezia nel 1899.