La storia della valle del Menago affonda le proprie radici nel 2500 a. C. con l’insediamento dei primi abitanti della cultura dei Terramaricoli nelle radure e negli acquitrini della palude. La presenza di una popolazione paleoveneta che viveva di caccia e di pesca è testimoniata dai numerosi resti rinvenuti nelle zone circostanti alla valle. Attualmente il Parco si estende su una superficie totale di 35 ettari pari a 350 mila metri quadrati. Nell’ecosistema naturale del Parco, il vasto laghetto realizzato nell’area centrale riveste un’importanza del tutto particolare in quanto qui hanno trovato rifugio tantissimi uccelli acquatici che lo hanno scelto come luogo ideale per la nidificazione. Nelle aree rimboschite sono riapparsi in questi anni animali che si consideravano quasi scomparsi dalla valle del Menago e molte sono le specie che ora si riproducono indisturbate. Il Parco è anche dotato di attrezzature sportive, didattiche (un percorso archeologico e uno botanico) e ricreative; sono stati realizzati 3 chilometri e mezzo di piste ciclabili, 7 chilometri di sentieri per le passeggiate, 2 chilometri di percorso della salute attrezzate con 16 stazioni. Sono stati ricreati due boschi denominati “Bosco di Sopra” e “Bosco di Sotto” che erano già presenti nella valle del Menago fin dal Settecento come dimostrano alcuni documenti storici.
La fauna presente nella valle è quella tipica della pianura veronese. Gli uccelli stanziali sono Fagiani, Merli, Passeri, Tortore, Cardellini, Cinciallegre, Germani reali, progressivamente cresciuti di numero e altri uccelli come il Martin pescatore, la Nitticora, il Tarabusino, il Picchio rosso maggiore, l’Airone cenerino, il Pendolino, la Garzetta e tanti altri. Il grande numero di uccelli che nidificano nel Parco ha portato all’ aumento delle specie rapaci come le Civette e i Barbagianni, che si possono notare al calar della sera, e alcuni esemplari di Poiana. I mammiferi sono inferiori , come numero di specie, agli uccelli. La specie più diffusa nella valle è la Lepre comune, che qui ha trovato i luoghi adatti alla riproduzione senza essere preda dei cacciatori in quanto nel parco è vietata la caccia e il Riccio. Altri mammiferi presenti nel Parco sono Donnole, Faine e Volpi anche grazie all’abbondanza di prede necessarie per nutrirsi e sfamare i piccoli. Tra i rettili, le specie più diffuse sono le Tartarughe di palude, le Bisce d’acqua. Sono ben rappresentati anche gli anfibi con Rane verdi, Rane di Lataste e Rospi comuni. Le acque del Menago e dei fossati interni al Parco sono ricche di pesci, tra i quali il Luccio, la Scardola, l’Alborella, la Carpa, il Cavedano, il Trotto ed il Pesce gatto. Il problema più difficile è stato quello di trovare un modello di bosco fluviale a cui rifarsi, a cui poter attingere le possibili piante da reintrodurre nell’ecosistema che bisognava ricreare nella valle. Sono state quindi scelte tutte le piante che sono attualmente presenti nella pianura veronese con particolare interesse a quelle che meglio si adattano al microclima umido della valle. In particolare per le zone lungo i corsi d’acqua sono stati scelti i Pioppi neri e bianchi, i Salici e gli Ontani. Sono presenti i Carici, la Cannuccia, il Convolvolo, la Menta acquatica, l’Iris, la Dulcamara. Sulla superficie dei corsi d’acqua che attraversano il Parco si possono incontrare le Ninfee, il Nannufero, il Ranuncolo di fiume, la Lenticchia d’acqua e la Felce d’acqua. Gli alberi più comuni sono il Frassino, la Farnia, l’Acero campestre, l’Ontano nero, il Tiglio, la Robinia. Numerosi anche gli arbusti che crescono spontanei grazie all’ambiente umido, come il Biancospino, il Carpino bianco, il Ligustrello, la Sanguinella, il Sambuco e molti altri.
Informazioni: Il parco è gestito dall’Associazione Valle del Menago. Cell. 339 7321322